L'Apostolo Pietro

Le varie fasi dell’esperienza di Pietro con Gesù: da pescatore ad apostolo. 


Pietro pescatore

La nostra vita di comunione con il Signore è un cammino in costante cambiamento; si comincia con la Nuova Nascita, scoprendo il Signore e le Sue promesse; ma è solo nel tempo che si apprezza davvero il carattere di Dio.

L’esperienza dell’apostolo Pietro con il Signore è un esempio per noi.

Simon Pietro ha avuto tre incontri che hanno determinato la sua esistenza; tre incontri che lo hanno segnato profondamente.

Andiamo al fianco di Pietro, e facciamo con lui gli incontri che lui ha fatto.


Il primo incontro importante di Pietro è quello tra lui e il Maestro.

Gesù lo chiama e Pietro corre; lascia ogni cosa, pur di servirlo, affronta le situazioni a viso aperto e non ha timore di apparire al fianco del Messia. 

Un incontro importante, fondamentale… proprio come noi quando incontriamo Gesù e lo riceviamo come nostro Signore e Salvatore.

In quel momento, ci sembra di toccare il cielo con un dito, e forse lo tocchiamo davvero…

Nulla ci sembra impossibile e siamo pronti a qualsiasi cosa pur di portare avanti la nostra fede.

Tutto ok, ma a pensarci bene, questo incontro non ha cambiato Pietro poi così tanto!


Certo, il cambiamento interiore c’è stato ed è evidente in ogni credente; ma a proposito del carattere, della comprensione di Dio, no: il primo incontro non ha cambiato Pietro di molto.

Già, perché nonostante vedesse l’umiltà di Gesù, giorno e notte, si ritrovava spesso a litigare con i compagni sul “chi fosse il più grande”!

Addirittura, una sera, dopo che Gesù ebbe loro annunciato la sua prossima morte, i discepoli cominciarono a litigare tra loro per stabilire chi dovesse essere l’eventuale degno successore, e Pietro era tra i più loquaci!


Quando il Maestro lasciò che gli altri si facessero lavare i piedi da lui, Pietro pensava: “Oh, costoro non hanno capito chi sia Gesù… io sì che l’ho capito… no, non permetterò che Lui lavi i piedi a me…”.

Doveva pensare qualcosa del genere, perché poi disse: “Tu non mi laverai mai i piedi!”…

Non aveva capito invece che se Gesù non gli avesse lavato i piedi, non avrebbe potuto avere parte alcuna con lui.

E pure dopo che Gesù gli disse questo, Pietro disse: “Allora non solo i piedi, ma tutto il corpo…”.

Ancora un’altra spavalderia; ancora un’altra esagerazione.

Gesù lo corresse ancora una volta: “Chi ha fatto il bagno non ha bisogno che di lavarsi i piedi…”.


Il secondo incontro è quello che Pietro fa con se stesso e le sue debolezze.

Quando Gesù avvisò Pietro che l’avrebbe tradito, Pietro rispose, scandalizzato, che non sarebbe mai potuta succedere una cosa simile!

Eppure, è bastato che qualcuno gli chiedesse di Gesù, per farlo tradire.

La Scrittura addirittura segna la nostra anima quando dice che Pietro “cominciò a maledire e a giurare di non conoscere Gesù”.

Subito dopo, leggiamo, il gallo cantò, e Pietro “pianse amaramente”.


Il grande Pietro, quello che aveva camminato sull'acqua; il Pietro che aveva chiesto a Gesù di “far scendere fuoco dal cielo”, il Pietro sicuro di se e della sua fede, aveva incontrato se stesso.

Non è stato un bell'incontro questo!

Pietro pianse amaramente, e sicuramente nel suo cuore si è sentito fallito e deluso di se stesso.

Gesù gli aveva dato tutta la fiducia, era andato alla morte a testa alta, non aveva rinnegato i suoi amici, e lui cosa faceva?

Negava addirittura di conoscerlo!

Pietro aveva incontrato Pietro: no, non è stato un bell'incontro quello.


Il terzo incontro che Pietro fece fu quello con Gesù dopo la risurrezione.

Pietro era tornato al lavoro insieme agli altri.

Il suo stato d’animo deve essere stato triste, perché quando le donne si recarono al sepolcro, un angelo disse loro: “Andate a dire ai Suoi discepoli e a Pietro…”.

Perché specificò “…e a Pietro”?

Perché Dio sapeva che Pietro, dopo aver rinnegato Gesù, non si considerava più degno di essere ancora un suo discepolo.

Ma Gesù non era scandalizzato dalla debolezza di Pietro.

Gesù non è scandalizzato dalle nostre debolezze, lui le conosceva già prima.


Così, una mattina, Gesù si presenta a Pietro.

E questo, sicuramente, è uno degli incontri più commoventi del Vangelo.

Pietro lo riconosce; non salta di gioia, seppur contento, non grida in modo eclatante, semplicemente, lo raggiunge.

Dopo la pesca, mentre facevano colazione, Gesù chiede a Pietro: “Simone di Giona, mi ami più di costoro?”.

Glielo chiede tre volte.

Ma ora Pietro non risponde come avrebbe risposto qualche giorno prima; non si alza in piedi dicendo con fierezza: “Io ti amo più di costoro!”.

No, non fa più così.


Ora c’è un Pietro cambiato; un Pietro che, dopo aver incontrato se stesso e aver “visto” le proprie debolezze; dopo aver visto il bisogno di Dio nella sua vita, dice umilmente: “Signore, tu lo sai che io ti amo”; come a dire: “Signore, pensavo di amarti più di tutti gli altri, ma ho scoperto di essere fallace… tu che conosci me meglio di quanto io stesso mi conosca, tu sai che io ti amo… non lo so se ti amo più di tutti gli altri… ma lo sai che ti amo, anche se ti ho rinnegato e non sono capace di dimostrarti il mio amore…”.

Ecco un uomo pronto per servire Dio, ora!


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