Saulo da Tarso

La conversione dell’Apostolo Paolo.

 

Saulo da Tarso

Saulo era il nome che aveva l’Apostolo Paolo prima della sua conversione al Vangelo, ed era originario di Tarso un’antica e famosa città dell’Asia minore, odierna Turchia.
Il momento dell’incontro di Paolo con Gesù è descritto dettagliatamente nella Bibbia, precisamente in Atti 9:1-31, Atti 22 e Atti 26.

E’ stata, forse, la più gloriosa conversione della storia del Cristianesimo, non solo per la spettacolarità con cui si è realizzata (con un intervento diretto di Gesù), ma anche per i risultati e le conseguenze che ne sono derivati.

Paolo è stato il primo che ha messo in atto una persecuzione organizzata ed efficiente contro i Cristiani, al momento della prima espansione della Chiesa nel territorio della Giudea e della Samaria.

Ma Gesù, in risposta anche alle preghiere dei Discepoli, nella sua misericordia, lo ha voluto salvare, e non solo, lo ha anche stabilito per essere al suo servizio , per diffondere la Buona Novella nel mondo greco-romano dei suoi tempi.


Con il suo servizio e le sue lettere (riportate nella Bibbia), l’Apostolo Paolo ha reso chiaro il messaggio del Vangelo per la Salvezza, sia dei Giudei che dei Gentili.

Verso la fine del suo ministero (secondo una tradizione), l’Apostolo Paolo è stato arrestato a Gerusalemme per sovversione, e dopo qualche anno e varie peripezie è arrivato a Roma sotto accusa, per essere giudicato dall'Imperatore.

Una parte della storia di Paolo, della sua conversione, del suo servizio per il Vangelo, del suo arresto ed altro è descritta nella seconda parte del libro degli Atti degli Apostoli, che è inserito nella Bibbia.

Qui riportiamo la sua diretta testimonianza dell’incontro con Gesù, avvenuto in una delle sue iniziative di persecuzione verso la Chiesa, sulla via di Damasco, come riportata in Atti 22:3-21.


In verità io sono un Giudeo, nato in Tarso di Cilicia e allevato in questa città ai piedi di Gamaliele, educato nella rigorosa osservanza della Legge dei Padri, pieno dello zelo di Dio, come oggi lo siete voi tutti.

Io ho perseguitato fino alla morte questa Via, legando e mettendo in prigione uomini e donne, come mi sono testimoni il Sommo sacerdote e tutto il Sinedrio degli anziani, dai quali avendo anche ricevuto lettere per i fratelli, mi recavo a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme anche quelli che erano là, perché fossero puniti.


Or avvenne che, mentre io ero in cammino e mi avvicinavo a Damasco, intorno a mezzogiorno, all'improvviso una gran luce dal cielo mi folgorò d’intorno, ed io caddi a terra e udii una voce che mi diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”.

Io risposi: “Chi sei, Signore?”; e mi disse: “Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti”.

Or quelli che erano con me videro sì la luce e furono spaventati, ma non udirono la voce di colui che mi parlava.

Io gli dissi: “Signore, che devo fare?”; il Signore mi disse: “Alzati e vai a Damasco, là ti sarà detto tutto quello che dovrai fare”.


Ora, siccome io non vedevo nulla per lo splendore di quella luce, fui condotto per mano da quelli che erano con me, e così entrai a Damasco.

Or un certo Anania, uomo pio secondo la Legge, di cui tutti i Giudei che abitavano a Damasco rendevano buona testimonianza, venne da me e, standomi vicino, mi disse: “Fratello Saulo, ricupera la vista!”, e in quell'istante io ricuperai la vista e lo guardai.

Poi aggiunse: “Il Dio dei nostri padri ti ha preordinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e a udire una voce dalla sua bocca, perché tu gli devi essere testimone presso tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito; ed ora che aspetti? Alzati e sii battezzato e lavato dai tuoi peccati, invocando il nome del Signore”.


Or avvenne che, quando ritornai a Gerusalemme e stavo pregando nel Tempio, fui rapito in estasi, e vidi il Signore che mi diceva: “Affrettati ed esci presto da Gerusalemme, perché essi non riceveranno la tua testimonianza intorno a me”.

Allora io dissi: “Signore, loro stessi sanno che incarceravo e battevo da una sinagoga all'altra quelli che credevano in te; e quando si versava il sangue di Stefano, tuo martire, anch'io ero presente, acconsentivo alla sua morte e custodivo le vesti di coloro che lo uccidevano”.

Ma egli mi disse: “Vai, perché io ti manderò lontano tra i Gentili”...

 

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